GURU PURNIMA – ringraziamo ciò che da Luce

“Omaggio e prosternazione a Te, o Vyasa Bhagavan, Tu che sei libero dall’ignoranza, che hai creato il dolce nettare detto Bharata, che può essere bevuto a piene mani ogni volta che è udito.”

Con la Luna Piena di Luglio si festeggia Guru Purnima, festività in ornore a tutti i Maestri che abbiamo accolto nella nostra vita, accademici, spirituali, vicini o lontani, consapevolmente o meno.

Guru Purnima in India è un giorno dedicato dal discepolo al Maestro e a tutti i Maestri Spirituali Brahmavidya e di Vyasa, colui che compose i Veda, 18 Purana, il Mahabharata e il Bhagavata e che diviene attraverso i suoi scritti intercessore della volontà divina, accompagnando il discepolo alla sua evoluzione verso la Conoscenza. Attraverso l’omaggio di un servizio disinteressato, il discepolo dedica amore, devozione al proprio Maestro.

E’ un sacro e auspicioso giorno, le sue energie sono di sostegno a chi desidera iniziare una pratica spirituale, per un rito di rinnovamento e di sostegno verso la ricerca del proprio percorso di Vita e verso la ricerca della verità interiore che risiede nei nostri cuori. Non a caso da questo giorno inizia un periodo di ritiro nello studio delle sacre scritture, praticando i principi che aiutino a sostenere e a ridare nuova vita all’umanità.

In questo giorno, tutti i mahatma, sadhu, Maestri onorano Vyasa nella puja, e i devoti onorano i loro Guru con dakshina o atti di carità, con totale purezza nel cuore, con offerte di fiori e incenso, donando ai Maestri latte e frutta, simboli di purezza e semplicità. Dimostrare Amore puro per il Maestro significa essere pronti a ricevere gli insegnamenti e destinati ad un processo di trasformazione profonda verso l’Illuminazione.

Chi è il Guru?

Guru viene tradotto come Maestro ed è colui che porta chiarezza, conoscenza, porta Luce nella nostra vita dissolvendo l’Oscurità, quindi l’ignoranza. Il Mestro quindi è colui che accende la scintilla della Conoscenza e permettere di vedere il mondo con maggiore chiarezza, dissolvendo il velo di Maya e riportandoci alla condizione di purezza e verità. Attraverso lo studio di Sè e delle sacre scritture si crea un processo di pulizia interiore che permette ai condizionamenti di dissolversi e così, togliendo queste stratificazioni indotte che ci appesantiscono, di ritrovare la nostra reale natura. L’ignoranza è legata alla poca chiarezza ed è quel principio che si trova alla base del nostro malessere.

Quando una situazione non è chiara, luminosa, viviamo uno stato di pena tale che ogni nostra cellula, se sappiamo ascoltare, ci manifesta: lo stomaco si blocca, l’intestino non funziona correttamente, viviamo in ansia e stati emotivi incontrollabili e tutto questo perchè? Perchè non abbiamo acceso quella scintilla di reale Amore verso noi stessi, che riporta coraggio e con esso la possibilità di andare verso la chiarezza attraverso una semplice domanda: “Perchè?“, dalla quale si potrebbe scatenare un’immensità di variabili di risposta alle quali molto spesso non siamo preparati. Ecco, il Maestro, la Scintilla, la Risposta, arriva sempre e solo al momento giusto, quando siamo pronti a ricevere! Questo è l’Amore del Maestro e questo è l’Amore per Noi Stessi. Risvegliare il Maestro Interiore è lo scopo della Vita e di tutti i Maestri che sostengono la nostra vita e che nella vita ci hanno accompagnato.

Ecco quindi anche da dove nasce la riverenza nei confronti del Maestro. Il Maestro accetta il proprio discepolo solo quando è pronto e per ritenersi pronto il discepolo deve volere intraprendere quella trasformazione che da valore alla ricezione. Già questo processo diviene indirettamente una forma di gratitudine nei confronti del maestro perchè comunque è stato la scintilla di inzio del processo stesso, che ha portato a maturazione un frutto che prima era ancora acerbo. Il Maestro non sempre agisce nel concreto, manifestandosi ai nostri occhi. Sottolineo che il Maestro si può manifestare in mille forme, suoni, parole, emozioni, simboli ecc… per cui un Maestro agisce anche quando non ce ne accorgiamo! Ma è proprio quando iniziamo ad accorgercene che nasce quel legame profondo dal quale non ti puoi più separare, perchè diviene un Amore così profondo al quale sai di poterti completamente affidare.

Invocazione al Guru

GURUR BRAHMA GURUR VISHNU
GURUR DEVO MAHESHVARAH
GURU SHAKSHAT PARAM BRAHMA
TASMAI SHRI GURAVE NAMAH

Traduzione

Il guru e’ brahma, il creatore.
Il guru e’ vishnu il preservatore.
Il guru e’ shiva il distruttore.
Il guru e’ il supremo brahaman,
il signore tra tutti,
Io mi inchino al supremo guru.

Qui puoi trovare il video YouTube del Mantra

 

Storia di Vyasa

Sulle rive del fiume Yamuna, un pescatore trasportava i passeggeri da un sponda all’altra del fiume. Un giorno, dopo una buona pesca, sventrando un enorme pesce, trovò due neonati: un maschio e una femmina. Il pescatore andò dal re a chiedere spiegazioni, il quale rispose che era una nascita particolare frutto di intrighi tra gli dei. Il maschio visse con il re finché non diventò re dei pesci. La fanciulla, che fu allevata dal pescatore, a causa della sua nascita, odorava di pesce. Chiamata Kali (scura di pelle) o Matsyagandhi (colei che odora di pesce), in seguito ricevette il nome di Satyavati. Ella cresceva splendida e con molte doti morali, a volte aiutava il padre a traghettare i passeggeri sulla zattera. Un giorno mentre il padre stava riposando, arrivò un rishi, Parasara, il quale doveva attraversare il fiume e appena vide Satyavati se ne innamorò. Satyavati lo accompagnò sull’altra sponda. Durante il tragitto, il rishi fu travolto dall’improvvisa passione per la ragazza la quale, temendo una maledizione del rishi, non oppose resistenza. Egli creò in mezzo al fiume un’isola artificiale circondata da una fitta nebbia, dalla quale, rapiti dall’ebbrezza dell’amore, furono avvolti. Il rishi, con grande gioia della ragazza, grazie ai suoi poteri, sostituì l’odore di pesce che lei emanava con un delicato profumo di muschio ed esclamò: “Ora puoi tornare nel tuo mondo, ma qui partorirai un figlio che sarà un grande rishi”. Ella partorì un figlio il quale divenne immediatamente adulto, con un aspetto forte, vigoroso. Rivolgendosi alla madre, disse con tono rassicurante: “Vai, non ti preoccupare per me. Quando avrai bisogno pensami ed io arriverò subito in tuo aiuto”. Vyasa si allontanò e iniziò così nella foresta la sua lunga vita di tapas, meditazioni e offerte.
(“Sri Vidya” anno I n. 2)

Grazie Maestri, grazie Vita, grazie a me.

Alessia Benacchio

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