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Hari Om Tat Sat
Ponete a Voi Stessi una Chiara Domanda di Sw. Chidananda – parte 1
Pensate solo per un momento. Supponete che voi siete soli – per esempio sulla riva del Gange o camminando nella giungla o nel silenzio della vostra stanza – e ponete a voi stessi una chiara domanda: “Cosa esattamente sono? Sono un estroverso o un introverso? Sono una persona auto-controllata o indulgente con me stesso? Sono io un benefattore di tutti gli esseri? O ho intenzioni e motivazioni negative verso gli altri? Sono io un paropakari, uno che mette il bene, la felicità e il benessere degli altri dinanzi a me stesso o abitualmente guardo ai miei interessi come prima cosa? Naturalmente io cerco di fare del bene agli altri, ma questa è la mia seconda considerazione, non la mia prima. Se mi riferisco alla Gita ho un temperamento divino o asurico? La mia disposizione è sattvica, rajasica o tamasica? Cosa esattamente sono?”
Vi siete mai chiesti circa voi stessi e avete cercato di venire ad una qualche comprensione, ad una qualche definizione, opinione su voi stessi – imparzialmente, francamente, in una maniera oggettiva e impersonale? Solo se voi fate questo, conoscerete se le vostre azioni sono genuine, reali, o solo l’aspetto di un’apparenza che indossate. Perché non è difficile illudere se stessi, perché c’è una facoltà dentro di noi chiamata fantasia o immaginazione che ci può condurre a credere in qualcosa di noi stessi che è molto lontana dalla verità.
Fate che siamo caritatevoli. Noi non siamo ipocriti. Non vogliamo deliberatamente deludere nessuno o stiamo perseguendo uno scopo. Inconsciamente siamo tutti sul nostro piccolo viaggio dell’ego. Noi dobbiamo andare su in alto ed essere qualcosa di unico. Se il nostro viaggio dell’ego è privo di danni e vuol farvi solo sentire bene, uno può essere tollerante e dire che questo è OK. Dio non usa questo contro di voi, né maya o la legge del karma considera questo contro di voi. Ma sfortunatamente la maggior parte di questi viaggi dell’ego sono molto terribili. Essi non sono innocui, privi di danno. Essi non avvengono solo nel reame soggettivo della nostra propria fantasia circa noi stessi.
Molti di questi viaggi dell’ego sono terribili sorgenti di sofferenze per gli altri. Essi possono anche essere delle terribili sorgenti di tortura mentale per cui la persona che è la vittima, che lo sta ricevendo, può anche commettere suicidio. Tutto ciò mentre la persona che è la sorgente di questa terribile tortura non pensa affatto che essa ha commesso qualcosa di sbagliato. Poiché noi non vediamo o non sperimentiamo noi stessi come gli altri ci vedono o ci sperimentano.
Quindi è importante chiedere: “Qual è la mia vera disposizione? E’ totalmente priva e spogliata di ogni pretesa? Come sono disposto dentro me stesso, sconosciuto agli altri?”
A meno che noi non ci poniamo queste domande, che Gurudev ci ha stimolato a fare ogni giorno, possiamo essere in larga parte stranieri a noi stessi. Perché la nostra mente sta andando verso l’esterno; essa conosce e osserva le cose all’esterno, ma è straniera al nostro mondo interiore.