GLI OCCHI E LA MENTE di Filippo De Franceschi

GLI OCCHI E LA MENTE 

L’uomo è stato progettato e “costruito” dalla natura in modo da avere 5 organi di senso principali e 5 organi di azione principali. Gli organi di senso, come ci hanno sempre insegnato, sono la vista, l’udito, l’odorato, il gusto, il tatto. Non ci hanno spiegato come mai 4 di essi si trovano sulla nostra testa mentre il quinto si espande su tutta la nostra pelle, quindi sul nostro strato fisico materiale (annamayakosa). La risposta sta nei 5 elementi della natura, i Panchamahabuta. E i nostri sensi sono strettamente legati ad essi.

L’odorato è legato alla terra, infatti ogni odore nasce dalla terra, e da ogni elemento presente in essa. Il gusto è collegato all’acqua, infatti la lingua percepisce i gusti perché umida, una lingua secca non sente nulla. L’udito è funzionale attraverso l’aria che veicola i suoni, mentre gli occhi sono collegati al fuoco, la luce, il sole, la vita.. e il tatto? l’unico organo di senso esteso su tutto il nostro corpo.. l’etere, il quinto elemento, lo spazio che tutto contiene.

La vista è il nostro senso più importante, perchè diretto alla luce, il fuoco, la fonte della vita.

Non è un caso che tra esseri viventi ci si guardi negli occhi. E’ un movimento naturale, ogni animale persino una tartaruga vi guarda dritto negli occhi.

Quando i nostri sguardi si incontrano comprendiamo molti aspetti profondi. 
I nostri occhi sono i percettori della luce e sono in diretta connessione con la nostra ghiandola pineale (la luce della mente). Guardando gli occhi percepiamo la gioia, la tristezza, il dolore, la felicità. Occhi luminosi pieni di luce o annebbiati da una difficile esperienza di vita, comprendiamo un desiderio, una volontà di avvicinarsi o allontanarsi. Sentiamo la profondità dell’essere umano.

Tra tutti i nostri sensi, i 5 organi di percezione della realtà, gli occhi sono i più importanti, i più affidabili, i più completi.Chiudiamo gli occhi, così da non avere distrazioni, portiamo la nostra lingua aderente al palato, così da spegnere il chiacchiericcio dei nostri pensieri, e rimaniamo in semplice ascolto delle nostre sensazioni interne alla mente.Portiamo la nostra attenzione, completamente, verso tutto ciò che percepiamo attraverso il senso dell’udito. Ascoltiamo i rumori, ma soprattutto ascoltiamo il senso di spazio attorno a noi. Attraverso l’udito ci facciamo una idea della profondità degli spazi che abbiamo attorno, percepiamo le distanze attorno a noi, la sensazione di vuoti e pieni, la dispersione dei suoni, gli echi, la qualità dei suoni, la percezione di superfici che attutiscono o riflettono. Anche senza vedere percepiamo lo spazio, naturalmente on alcuni limiti. Non percepiamo ad esempio i colori e nemmeno la luce. Ora apriamo leggermente la bocca e “ascoltiamo” lo spazio attorno a noi attraverso il gusto.

Portiamo tutta la nostra attenzione, completamente, alle sensazioni che proviamo attraverso la nostra lingua. Sentiamo il sapore dell’aria, la freschezza o il calore, la presenza di dolce o amaro, la qualità di un’aria pulita o inquinata. Faccio uscire leggermente la lingua dalla bocca e cerco di percepire lo spazio. Anche in questo caso non sentiamo i colori, la luce, e molti altri aspetti attorno a noi.

Portiamo ora attenzione, completamente, al senso dell’odorato. Inspiriamo profondamente e lentamente e quindi rilasciamo lentamente l’aria attraverso l’espirazione. Ascoltiamo l’aria che entra nelle nostre narici, la sua freschezza, gli odori delle cose, di tutto ciò che sappiamo essere attorno a noi. Tutto ha un odore, persino le pietre, persino lo spazio. Ci creiamo una spazialità del nostro intorno attraverso il solo senso dell’odorato.Possiamo fare lo stesso esperimento anche con il tatto, allargando le braccia e dilatando le dita. Sono le nostre antenne, muoviamole lentamente nell’aria. Percepiamo presenze, oggetti e limiti anche senza toccarli. Li sentiamo, anche se forse non ci crediamo, attraverso un nostro strato invisibile, che si estende oltre la nostra pelle (pranamayakosa).Ora lentamente portiamo i palmi delle nostre mani sopra le palpebre chiuse degli occhi.

Rimaniamo alcuni secondi in questa posizione rilassando la mente, senza pensare a nulla.

Ad occhi chiusi rivolgiamo lo sguardo verso l’alto, ruotando i globi oculari, per 3 secondi. Poi rivolgiamo lo sguardo verso il basso per 3 secondi, poi a destra e quindi a sinistra. Toniamo a rivolgere lo sguardo al centro. 

Scivoliamo leggermente con le mani fino a trovarci con gli occhi posizionati sotto le nostre dita chiuse. Apriamo gli occhi lentamente, e vediamo l’oscurità causata dalle nostre dita chiuse davanti i nostri occhi.

Ora molto lentamente iniziamo ad allargare le dita, lasciando così filtrare la luce. I nostri occhi, lentamente, si abitueranno alla luce e permetteranno una percezione dello spazio attorno a noi chiara e completa. Ora ci saranno colori, forme, spazi molto chiari, ora tutto ciò attorno a noi appare comprensibile, vario e senza dubbi, e le sensazioni degli altri sensi diverranno complete.
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Filippo De Franceschi

 

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